Di Capua attacca Levaggi sugli appalti e promette impegno per la massima trasparenza
Marco Di Capua attacca gli appalti dell’amministrazione Levaggi sulla trasparenza, citando i casi dell’assegnazione dell’umido e quello per la ristrutturazione del campo da calcio di Caperana.
Gli appalti dell’amministrazione Levaggi “non proprio emblema di massima trasparenza” sono stati al centro della conferenza stampa convocata nel pomeriggio da Marco Di Capua, che riporta due esempi chiave, premettendo che a riguardo “formalmente tutto risulta comunque legittimo”. Di Capua parte dall’esposto all’antitrust presentato dall’associazione Avanti Chiavari nel novembre 2016 per segnalare “un’anomalia nella gara di assegnazione dell’umido”: Chiavari lo conferiva a 72 euro a tonnellata e nell’arco di cinque gare l’assegnatario era sempre stato la Maserati di Piacenza. Nella gara indetta a maggio 2016 insieme alla Maserati ha partecipato il nuovo impianto di Ferrania Ecologia di Savona, “di cui è socio Gozzi – dice Di Capua – o le società che fanno capo a lui”. La Maserati ha offerto stavolta 82 euro a tonnellata, la Ferrania 89, ma ha vinto lo stesso essendo il sito più vicino a Chiavari. “Ai chiavaresi è scattato così un aumento del 23% della spesa per lo smaltimento dell’umido, pari a oltre 102mila euro”. Di Capua passa quindi all’appalto per la ristrutturazione del campo da calcio di Caperana (“un appalto da 400mila euro, che per una quota è stato assegnato al vice presidente dell’Entella”), per mettere a tacere alcune voci in circolazione – che gli sono state riferite- sul fatto che non ci sarà più lavoro per gli operai in caso di sua vittoria: “Smentisco, sarò il sindaco di tutti e gli appalti saranno gestiti con la massima trasparenza”. Trasparenza è la parola d’ordine anche per Silvia Stanig, vicesindaco desiganata da Di Capua, che ribadisce l’impegno per la massima efficienza e convenienza in ogni futura gara d’appalto. Alla conferenza sono intervenuti anche Giovanni Giardini e Giorgio Canepa, citando rispettivamente il contenzioso sulle alghe spiaggiate nella zona del porto, questione risalente ormai al 2014, e l’umido di Bozonasca: “Perché non se ne parla più? – chiede Canepa – Quell’umido l’abbiamo pagato noi”.