Caso De Paoli, il presidente Toti difende il consigliere leghista

Il consigliere regionale Giovanni De Paoli
Il consigliere regionale Giovanni De Paoli
Il consigliere regionale Giovanni De Paoli

La seduta del consiglio regionale di ieri è stata dedicata al dibattito sul caso della frase omofoba che avrebbe pronunciato il consigliere leghista. Toti ha detto di credere alla versione di De Paoli.

La seduta del consiglio regionale di ieri è stata dedicata al dibattito sulle dichiarazioni rilasciate da Giovanni De Paoli, consigliere regionale della Lega Nord, originario di Varese Ligure e residente a Lavagna, lo scorso 10 febbraio ai rappresentanti di alcune associazioni del coordinamento Rainbow a margine di una seduta di commissione. La vicenda è nota: secondo le associazioni, De Paoli avrebbe detto “se avessi un figlio gay lo brucerei in una stufa”, mentre il consigliere si è sempre difeso sostenendo che la frase esatta era “se avessi un figlio gay non lo brucerei in una stufa”. Ieri De Paoli ha ribadito la sua versione ed il presidente Giovanni Toti ha detto di credergli: “Il dibattito si deve interrompere per insufficienza di prove – ha sostenuto – Io credo al consigliere De Paoli, rappresentante delle istituzioni e persona perbene. Se la frase contiene un “non” presuppone comunque un’apertura al confronto, una capacità e una volontà di capire l’altro pur da saldi valori che tutti conosciamo, che De Paoli ha e non li ha mai nascosti”. Parole che anziché chiudere il dibattito lo hanno ulteriormente alimentato. “Tutta l’assemblea avrebbe dovuto condannare le affermazioni riconducibili all’omofobia, soprattutto nei confronti delle persone che si sono sentite offese da queste dichiarazioni”, ha detto Luca Garibaldi del Partito Democratico. Gabriele Pisani, del MoVimento 5 Stelle, ha invece ribadito l’importanza della diversità, sostenendo che “va vista non in chiave negativa, cioè come minaccia della propria identità, ma come una risorsa”.