Centro Anidra, indagine in tre filoni

Sono tre, a questo punto, secondo quanto riporta oggi la stampa, i filoni dell’inchiesta che riguardano il Centro Anidra di Borzonasca.
Intanto, c’è l’episodio della morte di Roberta Repetto, 40 anni, sostanzialmente per un neo tumorale non curato. Poi, si verificano i casi di una decina di donne che, secondo la procura, sarebbero state plagiate e costrette a rapporti sessuali spacciati come elemento di terapia per le loro fragilità. Ad inviarle ai Casali di Stibiveri, psicologi, ignari dei risvolti, tranne nel caso di una professionista bresciana, ora indagata. Si è aperto anche un filone legato a finanziamenti ricevuti dalla comunità, e all’acquisto di immobili e terreni. Dalle colonne del Secolo XIX, i responsabili e frequentatori stabili, presenti ai Casali ieri, negano l’esistenza degli episodi di violenza e raccontano che la scelta di come curarsi apparteneva alla stessa Roberta. Due realtà molto diverse, quindi, in base alle descrizioni, su cui dovranno fare luce gli inquirenti e il tribunale. Accusati di omicidio, violenza sessuale e circonvenzione di incapaci, sono in carcere il guru della struttura, Vincenzo Paolo Bendinelli, e il medico Paolo Oneda.