Chiavari, si è spento Vittorio Agostino

È stato eletto sindaco di Chiavari, per la prima volta, nel 1993, sull’onda del successo che otteneva la Lega Nord.
Si sarebbe poi distaccato dal partito, continuando in solitaria, in versione civica, la parabola da primo cittadino, forte di un consenso senza precedenti. Realizza le fontane, il mega parcheggio della Colmata, fa affiggere manifesti perché un ministero tarda a riconoscere l’allargamento del territorio. Proprio lì celebra la messa Giovanni Paolo II nel 1998. Prende tutto di petto, controlla i cantieri e il lavoro dei netturbini. Prende mille preferenze personali, quando, dopo due mandati da sindaco, non può ricandidarsi e fa eleggere Alessandra De Barbieri. Assolto in primo grado, condannato in Appello, la sua parabola si è arrestata sulle vicende giudiziarie per l’area di Preli, che lo hanno visto coinvolto con il figlio architetto Alessandro. Sconfitto al ballottaggio con Poggi, poi rieletto e poi sconfitto da Levaggi per pochi voti, nella sua ultima amministrazione sono cresciuti tanti degli attuali protagonisti della politica di Chiavari. Antonio Segalerba lo ricorda come “un leader che ho potuto apprezzare nei momenti difficili. Un manager di esperienza internazionale, con un master a Boston, che ha cambiato Chiavari. L’ultima volta che l’ho visto – prosegue Segalerba – era al funerale di Marco Di Capua. Non stava bene ma aveva voluto esserci». Il decesso è avvenuto ieri. La famiglia custodisce il massimo riserbo e non è prevista cerimonia. Lascia la moglie Oretta, i figli Paola, Lorenzo, Alessandro e i nipoti. Aveva 87 anni.