Diminuiscono i posti di lavoro

Diminuiscono i posti di lavoro
Dati diffusi dalla Provincia

In provincia di Genova, per la prima volta, il terzo trimestre 2011 fa segnare un saldo negativo tra stipula e cessazione di contratti di lavoro e quelli nuovi sono quasi tutti a tempo determinato o precari.

Arrivano cattive notizie, e non sono certo le prime, sul fronte del lavoro, in provincia di Genova. Nei primi nove mesi del 2011, infatti, secondo i dati diffusi oggi dalla Provincia, il saldo tra assunzioni e cessazioni nei rapporti di lavoro rimane positivo ma si assottiglia moltissimo a causa di quanto avvenuto negli utimi mesi: si colloca a meno di seimila unità, infatti, la differenza tra i due dati, contro il saldo positivo per oltre 7.700 che si era registrato nei primi sei mesi. Tra luglio e settembre, infatti, le persone impiegate in un lavoro sono scese di 2.361 unità, con 46mila cessazioni. Il trend negativo era iniziato a giugno, con un segno negativo per 2.500 unità nel solo mese e non si è più ripreso. Non hanno certo pesato positivamente i lavori estivi, visto che agosto ha fatto segnare il punto più basso, con la perdita di quasi 3.300 posti di lavoro. “Può essere interessante, ad ogni modo – precisano i tecnici della Provincia di Genova – rilevare anche il numero delle proroghe di rapporti di lavoro a termine: sommando tali proroghe alle assunzioni, nei primi nove mesi del 2011 si ha un saldo positivo, rispetto alle cessazioni, di 33.173
unità”. Quanto al tipo di contratti, nel terzo trimestre, quelli di lavoro subordinato, a tempo determinato o indeterminato, rappresentano più della metà delle nuove stipule, ma il tempo indeterminato non va oltre il 16,5%, con una enorme maggioranza, quindi, del tempo determinato e la forbice tra le due tipologie che cresce rispetto al passato. “Il contratto a progetto – riprendono dalla Provinia – nel trimestre rappresenta il 5,8%, mentre il lavoro cosiddetto ‘somministrato’ (ex interinale), segna un 18,6%. La quota dei contratti di apprendistato è del 3,3%, mentre le ‘altre tipologie contrattuali’ registrano un 14,2%”.