Fiorello al Festival della Comunicazione di Camogli: “Je suis petite fleur”

Foto coperina articolo Fiorello

C’era un vecchio carosello della carne Montana che recitava più o meno così: “Sarà mezzogiorno, mezzogiorno di fuoco”.

E così è stato in tutti in sensi, sull’onda del caldo e, soprattutto, delle gag di un mattatore straordinario quale Rosario Fiorello.

Ad accompagnarlo, nell’intervista – spettacolo “Da grande voglio fare la spalla di Fiorello”, Aldo Grasso, il più noto e illuminato critico televisivo italiano, che lo ha pungolato e instradato in modo intelligente.

Danco Singer e Rosangela Bonsignorio, organizzatori e direttori della kermesse, gongolano in platea, mentre il pubblico si accalca in ogni dove pur di rubare una battuta dello showman siciliano.

È una cavalcata alla quale non si vorrebbe porre mai la parola fine, poiché Rosario è quella che si definisce un’autentica macchina da guerra, capace di intrattenere il pubblico come pochi sanno fare, incarnando l’unico e autentico uomo di spettacolo contemporaneo che possa reggere il confronto con i mostri sacri dei tempi di quando la televisione era in bianco e nero. E forse uno dei segreti del suo successo sta proprio nell’essersi nutrito della tanta classe che in quel periodo fuoriusciva a piene mani dal monoscopio.

“Danco, hai ancora i gazebo del PD! Cambiali, se no la prossima volta non vengo” affonda riferendosi alla temperatura torrida creatasi sotto ai tendoni.

Nel mare in piena dei suoi racconti degli inizi non possono mancare i ricordi degli anni trascorsi nei villaggi turistici, in primo piano quello della Valtur dove lui ha mosso i primi passi e dal quale ha poi spiccato il volo, e dove negli anni, confrontandosi con clienti cugini d’oltralpe, si presentava con una frase che era diventata il suo slogan: “Je suis petite fleur!”.

Riappaiono gli anni del calcio giovanile – dove non c’era spazio per chi come lui voleva avere un rapporto troppo personale con la palla – il lavoro nell’impresa di pompe funebri locale e il relativo spot pubblicitario creato per la radio dove trasmetteva, Radio Marte Augusta. Rispondono all’appello anche i ricordi del servizio militare prestato tra Bari e Pordenone. Non mancano neppure i benevoli siparietti con i personaggi presenti al festival, Beppe Severgnini seduto in prima fila e Alessandro Barbero, che viene ripetutamente tirato in ballo con una coloratissima imitazione, utilizzata a più riprese come un mantra.

Riaffiorano gli incontri con i grandi della canzone e della televisione, Mike Bongiorno, portato quasi di forza a casa sua per un piatto si spaghetti al pomodoro, e Franco Battiato, con il quale aveva un rapporto molto sincero e diretto. E tra i duetti, cosa che gli procurò realmente i brividi, ricorda su tutti quello con Pino Daniele nell’interpretazione di “Napule è”.

Alla fine di questi quasi novanta minuti tiratissimi, che sono letteralmente volati, nessuno vorrebbe farlo andar via. C’è chi lo reclama per un selfie, chi per un’intervista, chi per una foto di rito, “chi lo prenota per due ore”(scusate qui mi sono fatto prendere la mano dai ricordi di “Bocca di Rosa!”) . C’è persino chi gli consegna un neonato per uno scatto!

Grazie Rosario, ci vuole leggerezza e spensieratezza, con un bel pizzico di buon umore, conditi dalla giusta ironia. E tu tutto questo ci hai dato, a piene mani!

Il cronista se ne va fischiettando un vecchio motivetto che non aveva un testo politicamente corretto ma possedeva una bella metrica…che bello che oggi a Camogli c’è Fiorello!!! Sperando che qualcuno si ricordi le note di Stefano Rosso!

Salvo Agosta

Di seguito uno stralcio dell’intervista attraverso la quale annuncia la data di partenza del suo programma: