Il dramma del Giro d’Italia, indagine aperta e sgomento diffuso


Oggi l’autopsia sul corpo del corridore belga morto sulla discesa del Bocco. Ha riportato comunque in gravissimo trauma cranio facciale e si è spento dopo i tentativi di rianimarlo durati quaranta minuti.
C’è un fascicolo aperto, alla Procura della Repubblica di Chiavari, con ipotesi di reato omicidio colposo, evidentemente contro ignoti. Si apre così l’inchiesta sulla morte, al Giro d’Italia, di Wouter Weylandt, il corridore belga caduto ieri lungo la discesa che dal Passo del Bocco porta a Borgonovo, un paio di chilometri prima del fondovalle. L’apertura del fascicolo è un atto tecnico necessario per disporre alcuni passaggi, tra cui l’autopsia, che verrà effettuata oggi. Il corpo del corridore si trova all’obitorio di Lavagna, dove è stato portato nella serata di ieri, effettuati tutti i rilievi del caso sul luogo dell’incidente. Sembra, comunque, abbastanza evidente la causa della morte: il corridore, infatti, dopo aver toccato un muretto laterale alla strada con un pedale, ha battuto la testa sull’asalto, scendendo verso valle per una ventina di metri e riportando un gravissimo trauma cranico facciale. Le sue condizioni sono parse subito disperate. Ha commosso, in particolare, la vicenda umana del corridore e della sua famiglia. Weylandt, infatti, nel prossimo mese di settembre avrebbe compiuto 27 anni e sarebbe anche diventato padre.
Non c’è stata festa, allora, ieri, a Rapallo, per l’arrivo della terza tappa della corsa rosa. Citiamo le parole del sindaco, Mentore Campodonico, che si è espresso a nome della città, dicendo: “Il sole che illuminava la passeggiata a mare e l’arrivo di tappa è sembrato perdere lucentezza quando si è diffusa la terribile notizia. Oggi – prosegue Campodonico – Rapallo piane con l’Italia intera la morte di questo corridore. Porgo le più sincere condoglianze alla moglie ed ai familiari di Weylandt”.