Per la commissione tributaria due milioni non dichiarati da Gabriele Volpi

Per la commissione tributaria due milioni non dichiarati da Gabriele Volpi
A sinistra l’imprenditore Gabriele Volpi

I 2 milioni di euro versati dai suoi svizzeri nelle casse della Pro Recco tra il 2008 e il 2011 da Gabriele Volpi non erano liberalità, ma vere e proprie sponsorizzazioni e come tali dovevano essere dichiarate al fisco ed essere sottoposte a tasse.

I 2 milioni di euro versati dai conti svizzeri nelle casse della Pro Recco tra il 2008 e il 2011 da Gabriele Volpi non erano liberalità, ma vere e proprie sponsorizzazioni e come tali dovevano essere dichiarate al fisco ed essere sottoposte a tasse. Così la commissione tributaria provinciale di Genova ha respinto il ricorso di Volpi, che potrebbe impugnare la decisione. Secondo la difesa, sostenuta dall’avvocato Alberto Ivavia, non si trattava di sponsorizzazioni visto che Volpi non aveva ancora avviato alcuna attività imprenditoriale in Liguria. Per l’Agenzia delle entrate, invece, l’imprenditore era il vero e proprio “dominus” della squadra e svolgeva una attività imprenditoriale prendendo di fatto tutte le decisioni. Ad aggravare la sua posizione fiscale anche due cause di lavoro intentate dalla ex segretaria della squadra Maria Orioli, che si è chiusa con una transazione, e dall’ex dirigente Giuseppe Spalenza, all’epoca direttore generale della società ed ex amministratore delegato dello Spezia Calcio. I due avevano spiegato che i soldi fatti arrivare dalla Svizzera servivano anche a pagare in nero i giocatori. Anche la procura di Genova aveva ricevuto una relazione dalle Entrate su quei soldi e aveva iscritto nel registro degli indagati Volpi per illeciti fiscali. Negli ultimi mesi, inoltre, una nuova inchiesta, contro ignoti al momento, è stata aperta per i presunti pagamenti in nero ai pallanuotisti e sono in corso gli accertamenti della Guardia di finanza.