L’arrivo e le dichiarazioni di Donato Bilancia

Il serila killer rimane per ore a Palazzo di Giustizia. Poi attacca: “avevo un complice, è ancora in giro”. Nessuno gli crede.Donato Bilancia ha reso una dichiarazione spontanea durante l’udienza che lo vedeva imputato a Chiavari per un reato minore. Ha parlato di un complice, almeno per due dei suoi diciassette omicidi: “La Procura di Genova lo protegge. Se mostrassi al dottor Zucca un poster con l’immagine dell’altro che spara al posto mio, lo insabbierebbe”.
Felpa di pile arancione, cappellino blu con la visiera calata sughli occhi, jeans e scarpe da ginnastica. Donato Bilancia era vestito così, con la barba lunga, quando alle 12:40 è sceso dal cellulare della polizia penitenziaria, per essere trasportato al terzo piano del Tribunale, in piazza Nostra Signora dell’Orto. L’udienza che lo vede protagonista è però stata rinviata alle 15, con necessità di tenere il serial killer chiuso nell’aula chiavarese per diverse ore. Gli è anche stato fatto arrivare da mangiare, direttamente dalla casa circondariale di via al Gasometro, ma Bilancia ha rifiutato i panini “Per rimanere lucido”. Attorno al ritorno in Liguria di Bilancia si è scatenato l’interesse dei cronisti anche delle testate nazionali, accorsi in massa a Chiavari per aspettarlo per ore. Bilancia, davanti al giudice Roberto Pasca, doeva rispondere dell’accusa di minacce nei confronti di due guardie carcerarie che nel 1998 promise di uccidere, perché avevano acceso la luce mentre dormiva. Si è però concentrato solo sul presunto complice protetto dalla Magistratura. Pur incalzato dal giudcie, ha rifiutato di rivelarne il nome.