Mare sempre più caldo: l’allarme (con i dati) di Greenpeace

Promontorio Portofino

I sensori posizionati quest’estate da Greenpeace Italia a Portofino e sul versante settentrionale dell’Isola d’Elba hanno registrato un’anomalia termica:

in pratica, il mare, anche nel Levante ligure, è risultato più caldo di due gradi rispetto alla norma. Le temperature superficiali che hanno raggiunto, e in alcuni casi superato, i 27 gradi in entrambe le stazioni. È quanto emerge dai dati preliminari raccolti dall’organizzazione ambientalista nell’ambito del progetto Mare Caldo, una rete di monitoraggio attiva in dieci Aree Marine Protette italiane e all’Isola d’Elba, in collaborazione con il DiSTAV dell’Università di Genova e ElbaTech. Solo nei mesi successivi ad agosto il calore si è distribuito più in profondità, con temperature che tra 30 e 40 metri hanno raggiunto i 22 gradi Centigradi (Isola d’Elba) fino a ottobre. Il rapido riscaldamento della temperatura del mare ha portato a una veloce stratificazione delle masse d’acqua superficiali fino a 15 metri di profondità. Secondo Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia, «quanto rivelano questi dati preliminari non è certo una buona notizia per il Santuario dei Cetacei del Mar Ligure. Una stratificazione eccessiva delle acque può ridurre la produttività del mare, mentre temperature anomale hanno effetti negativi sugli organismi marini dei fondali che, purtroppo, abbiamo già cominciato a vedere». Infatti, oltre alla continua espansione delle specie aliene, o comunque adatte a temperature più elevate (come, ad esempio, il pesce pappagallo del Mediterraneo, ormai è presente anche nella costa settentrionale dell’Isola d’Elba), si registrano fenomeni di necrosi e mortalità di organismi che vivono sui fondali, come le gorgonie e le spugne.