Passa dal Tigullio una frode fiscale da undici milioni

Fatturazioni false perevadere l’iva sulla compravendita di cellulari: al centro della truffa un genovese, con collaboratori tra Chiavari e Sestri. Li scopre la Guardia di Finanza di Chiavari. Aveva terminali fondamentali nel Tigullio, una organizzazione finalizzata alla frode sull’Iva, che, tra il 2003 ed il 2005, ha dato corso ad un complesso di fatture false per 102 milioni di euro, che hanno fruttato una evasione dell’Iva a debito per 11 milioni. A beneficiare delle enormi somme, un 35enne, genovese. A scoprire il giro, la Guardia di Finanza di Chiavari. In pratica, il beneficiario acquistava da fornitori comunitari ed italiani dei telefoni cellulari (oltre 140mila, nei tre anni che sono stati valutati nelle indagini), senza pagare l’iva, grazie ad una falsa attestazione di rivendita sul mercato comunitario, per la quale non avrebbe avuto i requisiti. I cellulari, invece, venivano rivenduti sul mercato nazioanle, sottocosto, ma con regolare fatturazione iva: al titolare, quindi, rientrava la somma regolarmente scaricata. Il giro di fatturazioni non ricadeva direttamente sulla società beneficiaria, intestata al 35enne genovese, ma passava attraverso tre società cosiddette cartiere, che avevano anche il compito di fabbricare false fatture di inesistenti fornitori nazionali, per creare il falso credito iva. Altre fatture false comprovavano le vendite, mai avvenute, sul mercato comunitario. Due delle tre società in questione avevano sede a Chiavari e Sestri Levante. Tredici, in tutto, i prestanome che il genovese utilizzava come titolari di queste società: diversi di loro risiedono proprio nel Tigullio, e sono denunciati in concorso nei reati di cui è accusato il protagonista della truffa: emissione di fatture per operazioni inesistenti, ribasso fraudolento dei prezzi di mercato, evasione fiscale.


Redazione Radio Aldebaran – www.radioaldebaran.it