Rapallo: passa da Valle Christi la storia dei cantautori liguri

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Il Festival di Valle Christi, vuoi per la suggestione del luogo, vuoi per la stretta vicinanza tra palco e platea, ha una peculiarità straordinaria, quella di creare una fortissima empatia tra gli artisti e il pubblico. Ed anche ieri sera, con lo spettacolo “Genova, dicevo, è un’idea come un’altra”, tutto è andato secondo copione.

Sul palco, situato in uno degli scenari più belli di Liguria e non solo, sono saliti una dama e tre cavalieri a rendere omaggio alla scuola genovese dei cantautori.

Giua, Federico Sirianni, Max Manfredi e Armando Corsi sono al contempo la memoria storica e il futuro del cantautorato genovese.

“ L’idea di questa sera – ha esordito Federico – nasce dalla volontà di mettere insieme quattro generazioni di artisti genovesi che in qualche modo hanno attraversato da protagonisti e da testimoni la grande stagione della scuola dei cantautori, con l’obiettivo di tenerne salda la memoria e di riportare in vita alcune di quelle canzoni senza tempo che al loro interno racchiudono veramente qualcosa di magico”.

La partenza è bruciante con due classici come “Questi posti davanti al mare” di Ivano Fossati e “Senza fine” di Gino Paoli. Si comprende subito che sarà una serata difficile da dimenticare. L’affiatamento è altissimo, come la complicità del gruppo, che oltre a divertirsi ci mette il cuore. “La donna del sud”, poco conosciuta ma bellissima, e “Ritornerai” puntano i riflettori su un altro dei grandi: Bruno Lauzi. Il respiro si ferma quando arrivano le note di “Vedrai, vedrai” di Luigi Tenco. Scorrono poi le acque del “Fiume Sand Creek”: è il momento di Fabrizio De André. Non può mancare Umberto Bindi celebrato con “Un giorno, un mese, un anno”, e non può mancare l’omaggio sentito al grandissimo amico Vittorio Descalzi, con una versione da brivido di “Quella carezza della sera”.

La sei corde di Armando parla nelle sue mani, in modo straordinario, tutte le lingue del mondo, Federico si muove con deliziosa maestria tra chitarra e pianoforte, Giua ci mette una voce pregevole e una presenza sul palco da artista di prim’ordine, Max cristallizza il tempo con le sue performance vocali che bucano l’anima.

Lo spettacolo a questo punto torna nel presente, dove ognuno degli artisti regala al pubblico due proprie composizioni a testimonianza della loro appartenenza alla scuola dei cantautori.

“Ricordateci da vivi – ironizza Max – mi raccomando.”

Il finale è all’orizzonte, sul palco continua a circolare una forte energia condita da un pizzico di sana allegria.

“Con Armando facciamo le prove – afferma Giua – ma poi sul palco lui le cambia tutte!” Il grande chitarrista sorride sornione alla battuta della sua allieva e regala una chicca, la ”Sonatina” che eseguiva nei concerti di Ivano Fossati.

“La facciamo jazz?” – sussurra Armando prima di “Bocca di Rosa”, che prelude alla chiusura del cerchio con “Genova per Noi”, il capolavoro di Paolo Conte, da cui è tratto anche il titolo dello spettacolo.

Non capita facilmente di vivere serate così particolari, direi così intime e coinvolgenti come quella trascorsa ieri sotto la protezione del campanile di Valle Christi.

Il Festival di Valle Christi sostiene la Guardia Medica Pediatrica Tigullio Occidentale

Il Festival continua con un grande appuntamento jazz Giovedì 11 Agosto, in scena “Zorro” con il “Tinitissima Quartet”.

Info e prenotazioni: omnia@amniaeventi.com www.vallechristi.it

Tel. 0185 042039 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12

Salvo Agosta