Recco ha reso omaggio ieri sera al grande Ennio Morricone
La città di Recco, dopo i tributi degli scorsi anni a Luigi Tenco e Fabrizio de André, dedica una serata al grande compositore romano Ennio Morricone, con una formula molto vicina ad una “Lectio Magistralis” a più mani e più voci.
Sono sul palco a narrare una storia a dir poco straordinaria, il giornalista e critico musicale Gino Castaldo e il musicologo Giovanni D’Alò, sotto l’abile regia del direttore artistico della manifestazione Angelo Privitera.
Gilda Buttà e Luca Pincini, al pianoforte e al violoncello, sono i due artisti che hanno suonato e collaborato con il compositore romano per decenni e che ripropongono le stesse partiture scritte dal maestro, senza aggiungere una nota, solo con la volontà di far riappropriare il pubblico della bellezza delle melodie originali, presentando una versione più intimistica adattata ai loro strumenti.
Si parte con “Mission” e subito Castaldo racconta della bruciante delusione legata a quella colonna sonora.
“Quell’anno Ennio entra nelle nomination all’oscar, correva il 1987, ed era quasi scontato che vincesse con quella colonna sonora principesca e meravigliosa, non essendoci in gara nulla che potesse competere. Ci fu però un’atroce beffa, poiché vinse il bel “Round Midnight” di Bertrand Tavernier e lui s’infuriò moltissimo perché sotto c’era il trucco! In realtà il film, che entrava molto poeticamente nel mondo del jazz, aveva una colonna sonora composta da brani già famosi, non era nulla di originale. Questo lo fece arrabbiare moltissimo, un’ingiustizia che tutto il mondo dello spettacolo visse come tale, per cui l’oscar che arrivò dopo molti anni fu una specie di compensazione, ma lui era furioso e me lo ripeteva spesso.”
“Il tema di “Mission”, modellato su un’idea di musica barocca con un profilo melodico – sottolinea poi Giovanni d’Alò – allo stesso tempo inserisce e rielabora stilemi di musica etnica. Questo procedimento di sovrapporre tre temi diversi dà la misura di quanto Morricone fosse avanti nella gestazione di una colonna sonora. La conoscenza del grande linguaggio della tradizione contrappuntistica della musica colta europea e la vocazione sperimentale sono state le due componenti sempre in primo piano nella poetica del maestro. E questo in “Mission” raggiunge i punti più alti, e lui di ciò era fortemente consapevole.”
Il pubblico è incantato dalla narrazione, condita con aneddoti sul carattere del compositore romano, sulla sua puntigliosità, sul pretendere dai musicisti sempre il massimo, senza soste o pause, ma continuamente concentrati nel dare il meglio.
“Era uno che non concedeva sconti, era molto esigente e ricco di pressanti richieste all’inizio su come dovevamo suonare…fallo così non farlo così, fai il diminuendo e via cantando – aggiunge Luca Pincini – poi arrivava il punto in cui ti diceva: “Fa’ come te pare” e in quel momento eri libero, con una segnale di chiara e definitiva fiducia.”
La carriera di Ennio Morricone, con all’attivo ben 493 lavori tra cinema, televisione e documentari, comprende alcune collaborazioni che sono diventate dei veri e propri sodalizi.
Elio Petri, Giuseppe Tornatore, Sergio Leone, solo per citare quelli più lunghi e famosi.
E allora Gilda e Luca iniziano a srotolare un tappeto musicale che si stende sulle note di “Un cittadino al di sopra di ogni sospetto” richiesta, come si fa alla radio, da Gino Castaldo. Passano poi sulla “pellicola” del lungomare di Recco “La leggenda del pianista sull’oceano”, esecuzione che – racconta Gilda Buttà – le portò molta fortuna cambiandole radicalmente la carriera, come le aveva predetto il compositore.
Appaiono improvvisamente sul maxischermo i visi di Alfredo e Totò e partono le note di “Nuovo Cinema Paradiso”, con il pubblico che torna a commuoversi per le immagini di un film capolavoro e premio oscar per Tornatore, al quale Ennio era legato oltre che dal sodalizio artistico anche da una profonda amicizia. Sfila poi la monumentalità strumentale di “Baaria”, come spiega bene D’Alò – con una partitura sinfonica densa e complessa.
Arriviamo al sodalizio più famoso, quello con Sergio Leone, dove due romani si ritrovano a raccontare l’America quasi meglio degli americani.
I due musicisti ci riportano a “C’era una volta in America”, con il tema di Deborah e Cockeye’s Song, ci regalano il tema portante di “C’era una volta il West”, fino a catturarci definitivamente con “L’estasi dell’oro” da “Il buono, il brutto e il cattivo”.
Angelo Privitera regala ad un certo punto una chicca: l’esecuzione di “Here’s to you” dal film “Sacco e Vanzetti“ di Giuliano Montaldo, e l’aria si fa densa per quell’atroce ingiustizia che anche Gino Castaldo narra di avere vissuto forte sulla sua pelle.
“Ennio – continua il giornalista – ha avuto il dono della versatilità, con una visione ampia, funzionale alla ricchezza che poteva offrire al cinema un particolare accompagnamento musicale, con il grande pregio di avere introdotto elementi di musica concreta come i rumori, i fischi, strumenti inusuali, comprendendo le necessità di nuove aperture che aveva il linguaggio cinematografico e che pochi fino ad allora avevano compreso.
Il cinema, ne parlavo spesso con lui, è stata una fortissima opportunità per molti autori, un terreno di grande libertà per sperimentare.”
“Morricone aveva compreso – prosegue D’Alò – che un linguaggio come quello cinematografico richiede semplicità, immediatezza di comunicazione, con un tema che deve in tempi brevissimi trasferire nello spettatore il carattere del film: lui come pochi è riuscito a farci entrare nello spirito della storia con due note, con un semplice timbro, con l’uso del marranzano, con il flautino, con il mandolino e poi con i rumori di cui si accennava.”
“E a proposito di questo – incalza Castaldo – Ennio ha lavorato molto come arrangiatore di canzoni, introducendo anche questi elementi rumoristici nella musica leggera, come nel caso de “Il Barattolo” di Gianni Meccia. Il compositore romano lavorò anche all’arraggiamento di “Abbronzatissima” di Edoardo Vianello, fino all’apice della composizione di “Se telefonando” nella suntuosa interpretazione di Mina.
Nel mondo pop per arrivare al successo non era ormai basilare solo la melodia o la composizione, ma era “il suono dei pezzi” a rivestire fondamentale importanza e Morricone fornì proprio un suono alla canzone italiana che stava nascendo, in risposta al “muro del suono” proposto in America da Phil Spector.”
Una serata ricca di fascino quella trascorsa sul lungomare Bettolo, come hanno spesso sottolineano i cinque protagonisti sul palco, ricoperta da una patina di straordinaria bellezza, che rappresenta il solo cibo capace di alimentare la ricchezza della nostra anima.
Chiude uno spettacolo che rimarrà indimenticabile il sindaco Carlo Gandolfo, visibilmente soddisfatto e commosso, consegnando ai mattatori della serata “il mascolo” in legno d’ulivo che è uno dei simboli di Recco, protagonista della sparata dell’otto Settembre.
E ora, parafrasando Fabrizio, “vola veloce di bocca in bocca” un solo nome, quello di Carmen Consoli!
E statene certi che, come ha ricordato Angelo Privitera, sarà un concertone…bellissimo!
Articolo di Salvo Agosta
Da oggi sono aperte le prenotazioni per lo spettacolo dell’artista siciliana che si terrà la sera di giovedì 4 agosto. Informazioni per le prenotazioni ad ingresso gratuito sul sito del Comune di Recco.