Rita Repetto contro la Cassazione: «Profonda indignazione per le motivazioni»

Roberta e Rita Repetto

Lo scorso mese di novembre la Corte di Cassazione aveva confermato l’assoluzione per Paolo Bendinelli, fondatore del Centro Anidra di Borzonasca, e decretato un nuovo processo d’appello per Paolo Oneda, condannato in secondo grado a un anno e quattro mesi.

I due erano finiti a processo per la morte di Roberta Repetto, 40enne chiavarese deceduta nel 2020 due anni dopo che le era stato asportato un melanoma al Centro Anidra. Oggi Rita Repetto, sorella di Roberta, esprime pubblicamente profonda indignazione per quanto emerso nelle motivazioni della Cassazione.

Scrive Rita Repetto: «Ancora una volta, l’Italia dimostra di non voler riconoscere le dinamiche della manipolazione mentale, arrivando addirittura a ribaltare il senso delle perizie tecniche per assolvere chi ha abusato della sua vulnerabilità. Questa sentenza è l’ennesima conferma di un sistema giudiziario che, anziché proteggere le vittime, le abbandona e le colpevolizza. È una vergogna che non possiamo accettare. Non smetterò di denunciare questa ingiustizia, affinché nessun’altra persona venga lasciata sola davanti a chi sfrutta la vulnerabilità altrui per i propri scopi. L’Italia deve svegliarsi e riconoscere che la manipolazione mentale è una realtà devastante».