Terrorismo internazionale, arresti in tutta Italia. Cruciale il ruolo di un 25enne pakistano che viveva a Chiavari

Questura di Genova

Abitava a Chiavari il 25enne pakistano il cui rientro in Italia, nel mese di aprile dello scorso anno, ha segnato il punto di svolta di un’inchiesta che ha portato oggi ad una vasta operazione internazionale di contrasto al terrorismo di matrice jihadista, con l’esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dall’autorità giudiziaria di Genova.

L’operazione è stata condotta dalla Digos di Genova, insieme alle Digos di Reggio Emilia, Firenze, Treviso e Brindisi, ma ricerche sono state diramate anche in ambito europeo. Nel 2020 il comparto intelligence nazionale accertò che in Italia erano presenti alcuni stranieri inseriti nel circuito relazionale del 27enne pachistano che il 25 settembre 2020, a Parigi, aveva ferito due persone con il machete nei pressi della redazione della rivista satirica “Charlie Hebdo”. Il suo connazionale 25enne che viveva a Chiavari, prima di trasferirsi a Reggio Emilia, in Francia era stato arrestato perché fermato dalle forze dell’ordine con un grosso coltello. Tornato in Italia, l’uomo era solito postare sui propri canali social video nei quali inneggiava alla violenza o brandiva machete e coltelli di grandi dimensioni. Successivamente, dalle indagini è emersa la presenza in Italia di una cellula terroristica riconducibile ad un ampio gruppo di giovani pakistani, che si erano autodenominati “Gruppo Gabar”. In particolare, dall’aprile dello scorso anno una cellula di questa organizzazione era operante in Italia e manteneva contatti con i vertici internazionali della stessa. Le indagini sono quindi proseguiti fino alla maxi operazione di oggi.