Uccise lo zio: Claudio Borgarelli era capace di intendere e volere al momento dell’omicidio


I fatti risalgono allo scorso 11 ottobre, teatro i boschi di Lumarzo. Borgarelli uccise lo zio sparandogli e poi lo decapitò. Ora la perizia psichiatrica dice che capace di intendere e volere.
Si aggrava la posizione processuale di Claudio Borgarelli, il 55enne che lo scorso 11 ottobre uccise nei boschi di Lumarzo lo zio Albano Crocco, prima sparandogli e poi decapitandolo. La perizia dello psichiatra forense Gabriele Rocca ha infatti stabilito che Borgarelli era capace di intendere e volere al momento del delitto. Il prossimo 28 febbraio è in programma l’udienza fissata per l’incidente probatorio: Borgarelli rischia ora l’ergastolo, anche se la difesa cercherà almeno di far cadere le aggravanti dell’omicidio. Secondo la perizia, il rapporto con lo zio era diventato una vera e propria ossessione per il 55enne. I due erano da tempo in lite per via di un passaggio verso il bosco. L’ultimo litigio, quello della mattina dell’11 ottobre, fu la scintilla fatale che portò all’omicidio.