Atp, l’accordo è ancora ipotetico

Si torna a temere il fallimento di Atp
Si torna a temere il fallimento di Atp
Si torna a temere il fallimento di Atp

I Comuni azionisti non derogano più di tanto dalla quota del 10% di aumento delle proprie contribuzioni. Scende sicuramente la percentuale da pagare ai creditori: lungo incontro in Prefettura.

Ancora non è definitivo, l’accordo tra le parti coinvolte per salvare Atp, anche se dalla riunione di ieri emergono i primi elementi di una possibile intesa che dovranno essere, però, confermati, numeri definitivi alla mano. In particolare, mentre si confermano l’aumento del 10% nelle tariffe e quello della stessa cifra per le contribuzioni dei Comuni non azionisti, si è tornati a discutere della quota dei Comuni che, invece, azionisti sono: Chiavari, Rapallo, Lavagna, Santa Margherita, Sestri Levante. Questi, verso i quali si sono concentrati gli appelli della Provincia, si sono detti disponibili ad un aumento rispetto al 10%, ma comunque molto limitato, che non modifichi la sostanza delle cose e sia compatibile con le normative in materia. Quello che, ormai, sembra sicuro è che i creditori non saranno pagati al 70%, come si diceva, ma meno, senza che si sia stabilito quanto. Su questa base, per salvare l’azienda, dovrà uscire, adesso, un accordo definitivo. Il futuro è messo in discussione, peraltro, anche dall’opposizione delle due Province del Ponente all’Agenzia unica per il trasporto pubblico in Liguria, che doveva scattare nel 2015. Senza questa base, ha detto, ieri, il presidente Burlando, salta l’accordo su Amt, ma anche la possibilità di salvare Atp.