Bambina schiava, processo a marzo

Un difetto di notifica permette di stralciare la posizione della madre, che tornerà di fronte al gip il 19 giugno. Rinviato a giudizio il suo compagno: prima udienza il 13 marzo 2013. Deve rispondere di sequestro e riduzione in schiavitù.

Si è svolta questa mattina l’udienza, di fronte al gip Nadia Magrini di Genova, l’udienza per la coppia di Rapallo (entrambi 37enni, lei ecuadoriana, lui albanese) accusata di riduzione in schiavitù e sequestro di persona nei confronti della ragazzina di 12 anni, figlia naturale di lei. Secondo quanto ricostruito dalla polizia di Rapallo, la piccola subiva violenze ripetute, di vario tipo, come rimanere segregata sul terrazzo, anche in pigiama, o dover mangiare gli avanzi degli altri familiari, senza poter sedere a tavola. Per un difetto di notifica, la posizione della madre, difesa dall’avvocato Fabio Di Sansebastiano, è stata stralciata: la sua udienza preliminare non era quelle di oggi, ma si terrà il 19 di questo mese. Per il compagno della donna, invece, l’avvocato Giovanni Roffo ha chiesto che venisse ascoltata, in forma protetta, la bambina stessa, ed ha chiesto pure il rito abbreviato, ma subordinato all’ascolto della minorenne. L’obiettivo era, infatti, attribuire alla madre la responsabilità delle violenze, che l’uomo avrebbe soltanto consentito, senza intervenire. A fronte del rifiuto, si è passati al rinvio a giudizio. L’uomo dovrà rispondere di riduzione in schiavitù e sequestro di persona. La prima udienza del processo è fissata molto in là: 13 marzo 2013. Nel frattempo, rimarrà in carcere.