Capurro: “Una azione combinata per farmi fuori”

Il sindaco lancia la proposta a chi gli vuole votare la sfiducia: “Votiamo insieme il bilancio, poi ce ne andiamo a febbraio dimettendoci tutti”. Nell’intricata vicenda politica e giudiziaria di Rapallo, parla il sindaco, Armando Ezio Capurro. In attesa di sapere la data del consiglio comunale che dovrebbe sancire la sfiducia nei confronti del primo cittadino, Capurro adombra una sorta di congiura che lo avrebbe colpito. Alla stessa data, dice, risalgono l’esposto del comitato che lo accusava, la sua pubblicazione sui giornali e la preparazione delle dimissioni dei due assessori, consegnate dieci giorni dopo. “Non dico chi abbia ispirato tutto questo, ma chi se ne giovi è evidente”. E Capurro cita altri episodi in cui si tentò di diffamarlo: un anno fa, arrivò anche in Procura una denuncia per reati gravissimi, con quattro firme, risultate poi false.

Sul piano politico, il sindaco tenta una offerta pubblica ai consiglieri comunali che intendono sfiduciarlo: dimettersi tutti in maniera concordata ad inizio 2007. “Se volessero bene alla città, non la lascerebbero otto mesi senza bilancio, tenendo tutto fermo, comprese le feste per i 450 anni dall’apparizione di Montallegro”.

Considerato che l’invito non sarà verosimilmente raccolto, Rapallo è destinata al commissariamento, sino a nuove elezioni in aprile o maggio, alle quali Capurro intende ripresentarsi: “Ho dei sondaggi che mi danno ad un livello di popolarità al 60%. Le prossime elezioni saranno un referendum pro o contro Capurro”.


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