Carasco, ieri la marcia dei non-morti per la val Fontanabuona

Carasco, ieri la marcia dei non-morti per la val Fontanabuona
La marcia dei non morti a Carasco

Le richieste: il riconoscimento dello stato di calamità; il rispetto dei tempi promessi per la ricostruzione del ponte; la richiesta di aiuti economici alle imprese per evitare i licenziamenti; una soluzione immediata per il transito dei mezzi pesanti.

Una marcia per non morire dopo l’alluvione che rischia di far morire anche l’economia di una valle intera. La  “marcia dei non-morti”  è andata in scena attorno alle 11 di ieri mattina a Carasco. Un corteo silenzioso, pacifico e apolitico che, formato da circa 150 persone, partendo dalla sponda della val Fontanabuona del ponte crollato di San Pietro, ha attraversato il ponte blu di Loreto, Via Gazzo fino all’altezza di Pontevecchio, dove sono stati depositati fiori in memoria di Claudio e Lino, vittime del crollo. Qui, le note del “Silenzio” e poi la ripartenza in direzione Via Pontevecchio e Via Montanaro Disma fino alla sponda di Carasco. Un nome “marcia dei non-morti” e i volti truccati da fantasmi e zombie che servono a rafforzare il messaggio, riportato anche sullo striscione di apertura del corteo: “La valle non vuole morire”.