Concussione, su Raffone pesano intercettazioni telefoniche e ambientali

Concussione, su Raffone pesano intercettazioni telefoniche e ambientali
Raffone attende l'interrogatorio in carcere

Domattina si attende l’interrogatorio di garanzia. Intanto il comandante del porto di Lavagna Antonio Raffone, finito in manette lunedì sera con l’accusa di peculato e concussione, resta in carcere, separato dai detenuti comuni.

Sarebbero una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche ad aver incastrato il comandante del porto di Lavagna Antonio Raffone, che attende in carcere l’interrogatorio di garanzia fissato per domattina. Arrestato su ordine del Gip di Chiavari, l’ufficiale è finito in manette lunedì sera con l’accusa di peculato e concussione. 43enne, originario di Napoli, residente a Lavagna, al comando dal 2009 a Lavagna, è recluso in una zona cosiddetta protetta del carcere chiavarese, non a contattato con i criminali comuni. Nel pomeriggio, in vista dell’interrogatorio, ha incontrato il suo legale Matteo Groppo, il quale ha dichiarato di averlo trovato molto provato per la vicenda. Raffone respinge ogni accusa, ma secondo la Procura, avrebbe ricevuto buoni di carburante per uso personale e altri “favori” dai commercianti del porto turistico di Lavagna e si sarebbe anche appropriato di energia elettrica per il suo appartamento.