Costituzione e antifascismo, la riflessione di Gian Luca Buccilli

Gian Luca Buccilli

Da Gian Luca Buccilli, capogruppo di Civica a Recco, riceviamo e pubblichiamo.

L’anniversario della Liberazione richiama l’esigenza di riaffermare come  il testo della Costituzione sia espressione dell’antifascismo e della Resistenza.

Lo è quando elenca i principi fondamentali, stabilendo la natura democratica della Repubblica e i diritti inviolabili dei cittadini.
L’articolo 1 recita che la “sovranità appartiene al popolo”, mentre l’articolo 3 riconosce che tutti hanno pari dignità. 
L’articolo 21 attribuisce il valore e la forza di un diritto alla libertà di espressione; l’articolo 40 alla libertà di sciopero; l’articolo 49 al pluralismo politico.

La Carta costituzionale è ispirata  dall’antifascismo anche nella costruzione dell’architettura istituzionale, allorquando distingue e bilancia i poteri dello Stato, in totale discontinuità con quanto imposto dal regime precedente.

Infine, le disposizioni transitorie e finali della Costituzione verbalizzano come il disciolto partito fascista sia da collocarsi fuori dal perimetro dell’arco costituzionale e ne vietano la ricostituzione.

Sul tema merita un richiamo puntuale la Legge Scelba, che porta il nome del Ministro degli Interni (Mario Scelba) nei governi presieduti da Alcide De Gasperi dal 2 febbraio 1947 al 16 luglio 1953.
Questa legge, emanata nel 1952, attua il contenuto di quanto stabilito dalla Costituzione e definisce cosa si intenda per ricostituzione del partito fascista.

In particolare l’articolo 1 della Legge Scelba recita “che si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando un’associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principii, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

Il quarto articolo della Legge Scelba  riguarda l’apologia del fascismo e introduce una nuova fattispecie di reato per punire chi esalta esponenti o metodi legati al fascismo.

Chi oggi è attratto dall’idea di rivisitare la storia, potrebbe rileggere le affermazioni di uno dei padri costituenti, Piero Calamandrei, che nel suo discorso ai giovani tenuto nel 1955 alla Società Umanitaria (prestigioso istituto filantropico milanese fondato nel 1893) diceva loro che “dietro gli articoli della Costituzione ci sono giovani come voi fucilati, impiccati, portati a morire in campi di concentramento. 
Se volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne, nelle carceri, nei campi, dovunque è morto un italiano per riscattare la nostra libertà, perché è lì che è nata questa nostra Costituzione.”

Gian Luca Buccilli
Capogruppo di Civica