Craviasco, negativo lo stub: adesso attesa per gli esami del dna

I carabinieri nel bosco di Craviasco
I carabinieri nel bosco di Craviasco
I carabinieri nel bosco di Craviasco

Primi elementi dalle indagini sull’omicidio di Albano Crocco. Non è stata trovata polvere da sparo nelle mani del nipote, Claudio Borgarelli. Possibile svolta da lunedì prossimo. Intanto, nuove ricerche con cani speciali.

Ci sono i primi risultati in esami e controlli effettuati nell’ambito dell’indagine sulla morte di Albano Crocco, così come riportano gli organi di informazione on line genovesi. Al momento, alla Procura di Genova sono arrivati gli esiti dello “stub”, l’esame che accerta la presenza di tracce di polvere da sparo: non ne è stata trovata, però, nelle mani di Claudio Borgarelli, il nipote della vittima, unico, sino a qui, indagato dagli inquirenti. Rimane il dubbio se Borgarelli non abbia mai sparato o se la polvere sia stata completamente rimossa nel periodo passato tra un eventuale sparo e l’effettuazione dell’esame. I carabinieri hanno anche passato in rassegna le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza montate all’esterno della casa dello stesso Borgarelli. Dalle notizie che filtrano, le immagini confermano l’arrivo di Crocco, con la propria auto, all’inizio del bosco, proprio all’altezza della casa, attorno alle 7.30 del mattino. Sembra che nelle immagini compaia anche Borgarelli che esce di casa ma, anche in questo caso, l’uomo ha raccontato di aver lasciato l’abitazione in giornata per recarsi a Genova. Allora, ulteriori e più precisi elementi si attendono per la prossima settimana, con gli esami che il Ris di Parma dovrebbe effettuare, a partire da lunedì, sui vestiti della vittima: si confida in tracce di dna lasciate dall’assassino durante la colluttazione. Questi elementi potrebbero, effettivamente, scagionare o incastrare il nipote. Intanto, la ricerca della testa di Crocco, che non è mai stata ritrovata, riprenderà con l’asilio di cani specificamente addestrati nella ricerca di resti umani, provenienti da Bologna e chiamati a ripartire dal punto in cui uno dei cani della vittima, portato nel bosco dalla figlia, si era soffermato, iniziando a scavare.