”Darei la mia vita per Pietro Ferrando”

In un’intervista al “Secolo XIX” l’operaio sestrese indagato per l’incendio di Riva Trigoso chiede perdono. “Ho fatto di tutto per arginare le fiamme, sono distrutto”.Darei la mia vita per quella del pensionato morto nell’incendio. Lo ha detto l’operaio sestrese di 49 anni indagato per il rogo di Riva Trigoso, in un’intervista apparsa questa mattina sul Secolo XIX. Andrò personalmente dai parenti di Pietro Ferrando a chiedere perdono, ha detto al quotidiano ligure, sono distrutto per il dolore causato a così tante persone e anche per quei poveri animali carbonizzati. Il sestrese, operaio, è confortato dall’affetto della famiglia, ma non riesce a darsi pace per un grave errore in una vita irreprensibile. Ha confessato alla polizia di Chiavari di aver dato fuoco ad alcune sterpaglie nel suo giardino nella giornata di lunedì, le fiamme hanno preso subito piede e ha tentato di spegnerle con ogni mezzo ma una volta che il fuoco è sfuggito di mano si è impaurito ed è scappato. Adesso è accusato di incendio colposo e omicidio colposo conseguente ad altro reato. La procura sta ancora cercando di far luce sullo sviluppo della linea del fuoco, per capire se sia inequivocabile il collegamento tra le fiamme appiccate dal sestrese e la morte di Pietro Ferrando. Verrà depositata oggi la perizia che il procuratore della repubblica Gabriella Dotto ha chiesto al Corpo Frestale dello Stato per far luce sulle responsabilità.