Diffamazione, prosegue il procedimento per i tre consiglieri di “Noi di Chiavari”

Segalerba, Bisso e Di Capua
Segalerba, Bisso e Di Capua
Segalerba e Bisso sono i due querelanti

La querela era partita da Antonio Segalerba e Massimiliano Bisso, vertici politici di “Avanti Chiavari”, dopo un comunicato dai toni coloriti. Il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione, il gip ha invece deciso per l’imputazione coatta.

Antonio Segalerba e Massimiliano Bisso, rispettivamente segretario e presidente di “Avanti Chiavari”, nonché presidente del consiglio comunale ed assessore ai lavori pubblici, alcuni mesi fa avevano querelato i tre consiglieri del gruppo “Noi di Chiavari” Roberto Levaggi, Daniela Colombo e Silvia Garibaldi, perché si erano sentiti insultati da alcune espressioni contenute in un comunicato pubblicato da alcune testate giornalistiche locali. I membri di “Avanti Chiavari” erano stati definiti “maestri irraggiungibili di balle e fuffa”, esprssione che il pubblico ministero aveva ritenuto rientrante nel diritto di critica politica, chiedendo dunque l’archiviazione del procedimento. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Genova, Claudio Siclari, non ha però accolto la richiesta di archiviazione, definendo quelle espressioni “diffamatorie, ovvero offensive della reputazione”. E per questo motivo ha disposto l’imputazione coatta per i tre consiglieri, chiamati ora a rispondere del reato di diffamazione. “Avanti Chiavari”, Segalerba e Bisso anticipano l’intenzione di costituirsi parti civili. Querele analoghe erano state presentate anche dal capogruppo Alberto Corticelli e dal sindaco Marco Di Capua.