Eccezionale ritrovamento archeologico nel mare di Camogli

Eccezionale ritrovamento archeologico nel mare di Camogli
Il relitto negli abissi di Porto Pidocchio

Il mare di Camogli e della Riserva Marina di Portofino è diventato scenario di una eccezionale scoperta archeologica. Quello che è stato individuato al largo di Porto Pidocchio, ad una cinquantina di metri di profondità, infatti, sembra proprio poter essere lo scafo di una nave della prima età moderna, e quindi del Cinquecento, epoca della quale sono davvero scarsissimi i ritrovamenti, in tutto il Mediterraneo. E’ noto ai ricercatori che quello specchio di mare sia stato luogo, nel 1579, del naufragio della “Santo Spirito e Santa Maria di Loreto”, grande nave ragusea, oggetto di programmi di ricerca dagli anni ’70. A notare dei resti lignei disposti a pettine sono stati due sommozzatori professionisti, Gabriel Succi ed Edoardo Sbaraini, titolari della ditta “Rasta Divers”, con sede a Santa Margherita Ligure. Consapevoli dell’eccezionalità di trovare resti di legno conservati negli abissi, hanno avvisato, come la legge prevede, la Soprintendenza, poi condividendo la successiva fase di ricerca con gli operatori subacquei della Soprintendenza stessa e con il Comando carabinieri tutela patrimonio culturale. “I due scopritori sono diventati parte attiva nella tutela di un patrimonio che costituisce parte pulsante ed identitaria delle nostre radici storiche e culturali”, commenta Alessandra Cabella, storica dell’arte e subacquea della Soprintendenza.

I sub si preparano all’immersione
Il relitto in mezzo ai pesci
Briefing in mare per i ricercatori