Ezio Chiesa, ecco i motivi delle dimissioni.

Contrasti sulla gronda di ponente prima con il Comune di Genova e poi con il Partito. Questi i motivi che hanno spinto Chiesa a lasciare l’assessorato regionale alle infrastrutture. Resta in Regione nel gruppo misto, per il futuro giura che non si iscriverà ad altri partiti, ma il suo percorso politico potrebbe continuare. Gronda di ponente e dissidi con il Partito Democratico. Questi, in rigoroso ordine cronologico, i due motivi che hanno portato l’assessore regionale alle infrastrutture Ezio Chiesa a lasciare il suo ruolo in Regione e il Partito. Nel corso di una conferenza stampa tenuta questo pomeriggio, Chiesa ha ribadito che il tracciato della gronda di ponente è quello scelto dal Comune di Genova, ma che poi una serie di valutazioni spettano alla Regione. Posizione che ha mandato in fibrillazione prima la giunta di Marta Vincenzi e poi il Partito Democratico.  Sentendosi scaricato dal PD, Chiesa ha deciso di lasciare il partito e di conseguenza l’assessorato.
Ezio Chiesa resta in Consiglio Regionale come consigliere del Gruppo Misto. Completerà la legislatura, il suo futuro politico lo deciderà nei prossimi mesi dopo aver incontrato gli elettori ed anche sulla base di quello che sarà il comportamento del PD nei suoi confronti. “Di certo non mi iscriverò ad altri partiti”, precisa però Chiesa, il quale assicura inoltre che il suo interesse per i problemi del Tigullio non verrà meno. E a tale proposito annuncia che entro fine mese verrà presentato uno studio di fattibilità avanzato per il prolungamento di Viale Kasman e che c’è la possibilità che il ponte di Caperana venga abbattuto per far spazio ad un nuovo ponte nei pressi di San Lazzaro. In merito al tunnel della Fontanabuona, Chiesa invece auspica che la presentazione dello studio del Politecnico di Milano, prevista per dicembre, possa dare l’impulso decisivo all’avvio dell’opera.