Fecondazione assistita, nasce un bimbo down

Una coppia residente a Chiavari denuncia l’Istituto di Bolgona che ha curato la fecondazione assistita con cui è nato il loro figlio di cinque anni. Il piccolo è afflitto da sindrome di down, e non può mangiare autonomamente. La coppia sostiene di non essere stata adeguatamente infomata sui rischi, ed adombra lo scambio di embrioni. Chiesto un milione e mezzo di euro di risarcimento.
Riprendiamo una notizia che ieri è rimbalzata sugli organi di stampa nazionali, e che vede protagonista una coppia residente a Chiavari. Sandro Pezzo e Simonetta Guerra hanno denunciato la Società Italiana Studi della Medicina della Ripropduzione, di Bologna, alla quale si erano rivolti più di cinque anni fa per una pratrica di fecondazione assistita in vitro che aveva portato alla nascita del loro primogenito, Leonardo, purtroppo afflitto da sindrome di down. Il piccolo, con una malformazione congenita al cuore, è costretto a nutrirsi con una sonda. Secondo i genitori, l’Istituto non avrebbe fornito sufficienti informazioni sui rischi della fecondazione assistita. Viene adombrato anche il possibile scambio di embrioni, con impianto di uno non sano. Tutte le accuse, naturalmente, sono negate dalla Sismr di Bologna, che avrebbe portato in Procura le prove dell’ampia informativa sui rischi fornita alla famiglia.