Il caso riaperto di Nada Cella. “Quella donna ignorata dall’indagine e il bottone troppo comune”

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Si chiama Annalucia Cecere ed oggi ha 53 anni e vive a Cuneo la donna indagata dalla Procura di Genova per l’omicidio di Nada Cella, la ragazza barbaramente uccisa, il 6 maggio del 1996, nello studio del commercialista Marco Soracco, in via Marsala, a Chiavari, dove lavorava. La notizia è su tutti i giornali italiani. Si dice che l’ipotesi sia che la donna abbia agito mossa da gelosia, spinta dal desiderio di prendere il posto di lavoro della ragazza e probabilmente anche di avviare una stabile relazione sentimentale con il commercialista. Anche questo e sua madre, oggi, sono indagati per “false dichiarazioni al magistrato”. Nell’ultimo anno, avrebbero sviato i sospetti sull’indagata. A carico di questa, ci sarebbero due testimonianze di donne che l’avrebbero vista uscire dal portone e il bottone della giacca di jeans trovato sotto al corpo di Nada.

Abbiamo intervistato Sandro Sansò, all’epoca cronista di nera del Secolo XIX a Chiavari, che ha vissuto completamente i primi giorni dopo i fatti.