Il discorso che scuote gli animi nel Tigullio

Il discorso che scuote gli animi nel Tigullio
La maglia dell’Entella posta sulla bara

L’intervento dei genitori al funerale del ragazzo di Lavagna. Si parla di droga e di come i ragazzi diventino vittime di qualcuno: “E noi genitori dubbiamo unirci. E’ì una sfida che non si vince da soli”.

Scuote gli animi, fa riflettere e interrogare il territorio il discorso che la madre, affiancata dal padre, ha letto, ieri, al funerale del ragazzo di 15 anni di Lavagna, gettatosi dalla finestra a seguito di un controllo della Guardia di Finanza. Accorato e importante l’appello che la donna rivolge, con queste parole, ai ragazzi: “Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi. Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate; straordinario è chiedersi aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita”. Da questo tragico episodio, potrebbe nascere qualcosa tra i genitori, per evitare tragedie di questo tipo: “Noi genitori – è un altro passaggio – invece dobbiamo capire che la sfida educativa non si vince da soli nell’intimità delle nostre famiglie, soprattutto quando questa diventa una forma per difendere una facciata, ma si vince mettendoci insieme. Non c’è vergogna se non nel silenzio, uniamoci e facciamo rete”. Ha fatto notizia la certezza che era stata proprio la madre a chiedere un intervento alla Finanza. Dopo i ringraziamenti sui manifesti funebri, queste le parole di ieri: “Un pensiero particolare va alla Guardia di Finanza che ha saputo ascoltare l’urlo di dolore di una madre che non poteva accettare di vedere suo figlio perdersi e ha provato con ogni mezzo di combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse tardi”.