L’intercettazione shock di Pino Sanguineti: “Rischiamo di saltare in aria come vent’anni fa”

I sigilli al Bar Ostigoni, in Piazza Vittorio Veneto
I sigilli al Bar Ostigoni, in Piazza Vittorio Veneto
I sigilli al Bar Ostigoni, in Piazza Vittorio Veneto

Il sindaco di Lavagna è ai domiciliari da stamattina. Ai poliziotti che lo arrestavano avrebbe però detto che stavano sbagliando e che avrebbe chiarito tutto. Emergono rapporti inquietanti fra la politica lavagnese e ‘Ndrangheta: secondo Alberto Lari, sostituto procuratore della DDA, l’inchiesta proverebbe questi rapporti.

“I politici sapevano benissimo che i soggetti erano pericolosi e violenti”. Così Alberto Lari, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, ha commentato l’inchiesta e l’operazione di polizia che hanno portato all’arresto dei fratelli Antonio, Francesco e Paolo Nucera, dei fratelli Antonio e Francesco Rodà e di tre politici, ora ai domiciliari: il sindaco di Lavagna Pino Sanguineti, l’ex sindaco e parlamentare Gabriella Mondello ed il consigliere comunale Massimo Talerico. Fra gli indagati figurano anche il vicesindaco Luigi Barbieri, l’ex assessore Rosario Lobascio e l’ex consigliere regionale Giovanni Boitano. Se per i Nucera e i Rodà l’accusa è di associazione mafiosa, per i politici si parla di abuso d’ufficio e voto di scambio. Avrebbero stretto un patto per chiedere voti in cambio di favori. Patto mantenuto, i favori avrebbero riguardato la gestione dei rifiuti e di alcune attività sul lungomare e nel centro cittadino. Secondo quanto detto da Lari l’inchiesta dimostrerebbe i rapporti fra i politici e la ‘Ndrangheta, in particolare con la cosca Rodà-Casile. Alcuni funzionari comunali avrebbero collaborato con la magistratura e per questo motivo sarebbero stati sottoposti a cambi d’ufficio o di mansioni. Altri funzionari vengono invece ritenuti corresponsabili di alcuni reati, ma sarebbero di fatto stati quasi obbligati a collaborare dai vertici politici del Comune.

Le accuse sono pesanti. Il sindaco Sanguineti avrebbe fatto pressioni presso l’azienda di Udine che aveva vinto l’appalto per la gestione dei rifiuti perché venisse subappaltato alla società EcoCentro dei Nucera. Sotto sequestro è finita la discarica di località Madonna della Neve, dove sarebbero stati conferiti anche rifiuti illeciti, speciali e nocivi. Frutto del voto di scambio sarebbe anche la gestione di alcuni chioschi sul lungomare. Sanguineti avrebbe favorito i Nucera anche nella gestione dei rifiuti dell’alluvione del novembre 2014. In un’intercettazione avrebbe detto ad un consigliere comunale che era meglio rispettare i patti “altrimenti saltiamo in aria come vent’anni fa”. Al momento dell’arresto ha però detto “state sbagliando, chiarirò tutto” ai poliziotti intervenuti. Gabriella Mondello, sindaco per 24 anni e deputato prima per Forza Italia e poi per l’Udc, avrebbe fatto pressioni sull’ex assessore regionale Giovanni Boitano perché un suo conoscente venisse assunto presso Arte: in cambio avrebbe ricevuto soldi e gioielli. Avrebbe inoltre fatto ottenere illecitamente il cambio di residenza ad una conoscente perché questa potesse usufruire dei benefici della Legge 104.