L’Unicef e la bambina sottratta alla madre: “Rivediamo questi metodi”

Ieri una delegazione dell’associazione all’udienza a Genova sull’affidamento. Mainieri: “I prelievi fatti in questo modo sono un trauma indelebile per il bambino. Rivediamo le procedure”.

Torniamo a parlare dell’udienza di ieri, al Tribunale dei Minori di Genova, dove si è discusso, con aggiornamento della questione, sull’opportunità di restituire o meno alla madre la custodia della bambina prelevata, il mese scorso, dall’asilo che frequenta, a Rapallo. Alla prima udienza ha preso parte una delegazione dell’Unicef, con il presidente regionale Franco Cirio ed il delegato del Tigullio Giorgio Mainieri. Quest’ultimo, al microfono di Radio Aldebaran, spiega le ragioni dell’associazione, che non vuole discutere nel merito le capacità o meno della madre di tenere la bambina ma il metodo con cui è avvenuto il prelievo: “Noi non vogliamo entrare nel merito dell’adeguatezza o meno della genitorialità, operazione molto difficile, cui sono preposte figure professionali specifiche – dice Mainieri, che è pediatra proprio a Rapallo – Troviamo sia assurdo prelevare un bambino, come un pacco postale, dal suo ambiente. Un bambino portato per mano, simulando un gioco, può rimuovere tragedie immani, ma prelevato di colpo rimane segnato, indipendentemente da come si concluderà la vicenda, da una traccia indelebile. Qui, tutti dicono che le procedure sono state seguite in maniera corretta e non abbiamo motivo di dubitarne. Però, allora, le procedure sono da modificare. Nella fattispecie del caso, si poteva coinvolgere la madre, farle dire alla piccola che doveva tornare in Romania per una questione temporanea improrogabile, farla accompagnare per mano. Si sarebbe evitato un intervento improvviso, traumatico, con riflessi anche sugli altri bambini presenti nell’asilo”.