Non è stato un cinghiale ad uccidere il pensionato di Rovegno

Un cinghiale
Un cinghiale
Il fatto ha acceso il dibattito sulle presenze di cinghiali

L’autopsia modifica la ricostruzione del fatto di venerdì scorso che era stata delineata in un primo momento: Antonio Mazzoni, già residente a Lavagna, è stato ucciso da un colpo di fucile.

Cambia radicalmente, in base all’esito dell’autopsia, la ricostruzione della morte di Antonio Mazzoni, il 78enne trovato senza vita, venerdì scorso, nel suo orto di Rovegno, e ben conosciuto anche nel Tigullio, perché aveva vissuto per tanti anni nella zona sopra Cavi Arenelle e perché lavorava come autostrasportatore in una ditta ardesiaca della Val Fontanabuona, ad Orero. L’esame condotto dal medico legale Camilla Tettamanti ha infatti accertato che l’anziano è morto per un colpo di fucile all’inguine, così come già ipotizzato dal primo medico intervenuto sul posto, Alessandro Bonsignore. L’ipotesi che prende corpo, a questo punto, è che l’uomo si sia inavvertitamente sparato addosso, mentre cercava di allontanare i cinghiali dal proprio orto. Rimane da capire se sia stato comunque l’avvicinarsi di un animale ad avergli deviato il colpo. Secondo la prima ricostruzione ipotizzata dai carabinieri, su cui si era sviluppato un grandissimo dibattito, l’uomo doveva essere stato direttamente caricato da un ungulato e colpito all’aorta con le zanne.