Rapallo: serata finale al Valle Christi Festival con l’esplosivo “Naim Abid Sextet

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Il Festival Valle Christi 2021 chiude i battenti con una scoppiettante serata dedicata alla grande musica Italiana e Americana degli anni quaranta e cinquanta.

Protagonista della performance il “Naim Abid Sextet” con Fabio Gorlier al piano, Riccardo Barbera al contrabbasso, Paolo Maffi al sax, Stefano Bergamaschi alla tromba, Folco Fedele alla batteria e Naim Abid voce solista, poliedrico e istrionico nell’ammaliare la platea e guidarla in un viaggio musicale che si è mosso tra l’America e l’Italia.

“Sarà una serata un po’ viaggiante – così ha esordito Naim – un po’ traballante, fatta di ritmi swing a cavallo tra l’America e il bel paese, condizionata da una logistica non ben definita.”

Il pubblico si è lasciato guidare dalle sonorità del solido e collaudato sestetto, partecipando anche all’accompagnamento di alcuni celeberrimi brani.

Il concerto parte con un tributo ad Irvin Berlin, uno dei più grandi compositori americani del novecento, con l’indimenticabile ”Cheek to Cheeck”. Poi l’omaggio a Sinatra, con il ricordo delle sue origini liguri da parte di mamma, e con alcuni standard del suo repertorio da “’I’ve got you under my skin” a “Fly me to te moon”, da “That’s life” fino ad arrivare a “My way”.

Il comandante Naim annuncia che è il momento di prendere l’aereo per tornare in Italia e precisamente a Torino, dov’è d’obbligo l’incontro con il genio artistico di un certo Fred Buscalglione: Teresa, Eri piccola, Porfirio Villarosa, Guarda che Luna diventano un fuoco incrociato in cui la voce puntuale di Naim è sostenuta a meraviglia dalla band. Ci si diverte, mai un attimo di noia, sempre pronti a cambiare scenario, anche quando l’arrivo della musica di Ray Charles suggella il passaggio dall’America elegante e bianca a quella più nera e sanguigna. Partono in sequenza i fuochi d’artificio di “Georgia on my mind” e di “Hit the road Jack”.

Naim Abid fa compiere al supersonico velivolo musicale un’altra virata: siamo nuovamente in dirittura d’arrivo sulla nostra penisola con il golfo di Napoli che ci appare nel suo splendore, mettendo in scena quel Renato Carosone, che rappresenta una delle figure italiane più importanti nella canzone popolare del dopoguerra. Il pubblico non molla la presa e si spella le mani al suono di “Tu vuò fà l’americano”, “Caravan petrol”, “O’ Sarracino”.

L’apoteosi finale è siglata da un ritorno a stelle strisce con “New York, New York”, un altro classico portato al successo sia da Liza Minnelli che da Frank Sinatra.

Una serata a tutto swing, perennemente in viaggio, continuamente pronti a emozionarsi e a cantare insieme alla band.

Si spengono le luci di un festival ricco, sorprendente, di grande qualità. Gli organizzatori, ringraziando il pubblico e tutti coloro che li hanno sostenuti, danno appuntamento, con un filo di tristezza, alla prossima stagione targata 2022.

Salvo Agosta