Stella Polare, bocciato l’emendamento per introdurre il requisito della laurea

Stella Polare, bocciato l’emendamento per introdurre il requisito della laurea
Sull’emendamento respinto ci sono dubbi

Il consiglio comunale sestrese ha bocciato l’emendamento proposto dai consiglieri di minoranza Futuro per Sestri, Popolo per Sestri e Segesta Domani sull’introduzione della laurea come requisito per il cda della società Stella Polare.

L’ordine del giorno sull’ospedale sestrese non è stato l’unico punto sul quale maggioranza e minoranza non si sono trovati d’accordo giovedì sera a Sestri Levante. Il consiglio comunale ha respinto la proposta di emendamento presentata dai consiglieri Albino Armanino, Futuro per Sestri, Marco Conti, Popolo per Sestri, Gianfranco Scartabelli e Giancarlo Stagnaro, Segesta Domani, volta a introdurre il requisito del possesso del diploma di laurea per i componenti del consiglio di amministrazione della società Stella Polare, la cui nomina spetta al Comune in qualità di socio di maggioranza. I consiglieri, che avevano chiesto di introdurre come ulteriore requisito un titolo di laurea non specifico, si sono sentiti rispondere che sarebbe “un vincolo troppo stringente”, tale da escludere soggetti idonei alla carica: “Se è ormai pacifico in giurisprudenza che il possesso del diploma di laurea costituisca un principio generale inderogabile per l’accesso alla dirigenza di tutte le pubbliche amministrazioni sia per soggetti interni che esterni, non si comprende come tale requisito possa ritenersi troppo stringente per chi è chiamato ad amministrare una società che gestisce una casa di riposo, una farmacia comunale e anche altri importanti servizi alla persona. Onestamente, soprattutto al giorno d’oggi, è difficile pensare che il possesso di un titolo di formazione universitaria determini un’eccessiva restrizione della platea dei possibili candidati ad amministrare una società partecipata di simile rilievo sia dal punto di vista economico che sociale: il sospetto è che l’amministrazione voglia tenersi ancora le mani libere”.