Svincolo alberghiero, la Regione pone rimedio al fraintendimento del Governo

La Regione emenda la legge 4/2013. Lo stop del Governo alla legge sugli svincoli e la riqualificazione alberghiera nasceva da un’errata interpretazione dell’aggettivo “contiguo”: per il Governo indicava il Comune vicino, esautorando il consiglio comunale.

La giunta regionale interviene per sbloccare lo stop del Governo alla legge sugli svincoli e la riqualificazione alberghiera varata un anno fa, approvando le modifiche per superare il contenzioso che da mesi blocca gli interventi chiesti dagli operatori. L’emendamento alla legge 4/2013 (provvedimento che semplifica le procedure con le quali i Comuni possono accogliere le domande di svincolo di alberghi esistenti) svela un fraintendimento tra Regione e Governo nata da una errata interpretazione dell’aggettivo “contiguo”: il Governo aveva infatti inteso che la possibilità di assegnare agli alberghi svincolati la disciplina urbanistica dell’ambito “contiguo” consentisse di applicare la disciplina urbanistica del Comune vicino e che questa possibilità esautorasse il consiglio comunale. “Il testo della legge regionale è stato scritto in modo che sia inequivocabile, affinché fosse evidente, che la disciplina urbanistica dell’ambito contiguo a quello in cui è compreso il fabbricato oggetto dello svincolo dalla destinazione alberghiera, è quella del piano o strumento urbanistico del Comune su cui l’immobile ricade” spiega l’assessore alla pianificazione territoriale e urbanistica Gabriele Cascino, che ha presentato gli emendamenti alla legge con il collega del turismo Angelo Berlangieri. All’altra obiezione formulata dal Governo, la Regione ha precisato che lo svincolo dalla destinazione alberghiera e l’attribuzione della relativa disciplina urbanistica, deve essere oggetto di apposito nulla osta da parte del Consiglio comunale.