I sommozzatori cercano la testa di Mahmoud Abdalla

Mahmoud Abdalla

I carabinieri del nucleo Subacquei del comando di Genova stanno cercando, lungo la scogliera della colmata a mare di Chiavari, a ponente della foce del fiume Entella, la testa di Mahmoud Abdalla, il giovane egiziano ucciso nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio e il cui cadavere è stato mutilato di testa e mani.

Secondo quanto appreso, è stato uno degli indagati a collaborare con gli investigatori dando indicazioni sul luogo dove si potrebbe ancora trovare la testa. “Mohamed Ali Abdelghani, detto Bob, uno dei due indagati per l’omicidio del 19enne è sconvolto. Ma vuole collaborare, tanto che ha dato indicazioni che possono far ritrovare la testa mozzata di Mahmoud che potrebbe trovarsi tra gli scogli”. Lo ha detto l’avvocato che assiste Bob, Salvatore Calandra che ha visitato l’uomo in carcere. “Bob è arrivato in Italia da clandestino, qui ha ritrovato il fratello ed è stato coinvolto in una cosa terribile. Non fa che piangere, è totalmente sconvolto. Ma la sua posizione è chiara: è finito dentro una cosa che davvero non si aspettava. E’ stato minacciato e ha avuto paura per la sua famiglia”. Anche la comunità musulmana è sconvolta. “Abbiamo pregato per Mahmoud, una preghiera collettiva con alcuni dei suoi amici – ha detto l’imam Husein Salah – che sono tutti molto tristi e arrabbiati. La nostra legge vieta di sfigurare un defunto, è un’offesa a lui e ai suoi familiari. Quel che è successo è terribile e per di più per una cosa così futile – ha concluso l’imam – so che Ahmed Abdalla, fratello del defunto (che è in Italia da oltre un anno e lavora per una ditta edile a Milano, ndr) si è incaricato di avvertire la madre in Egitto. Le esequie? Quando sarà possibile lo seppelliremo nel Maqbara vicino al cimitero di Staglieno. E la testa dovrà essere seppellita con lui”.