“Ecco perchè siamo usciti indenni dall’inchiesta”, parla Uniti per Lavagna

Il gruppo che ha sostenuto le due amministrazioni Vaccarezza propone “la creazione di tavoli civici” per programmare il futuro di Lavagna e contrattacca i critici: “I nostri dieci anni sono stati di discontinuità. Gli appalti con i Nucera sono stati fatti prima e prolungati dopo”.

Perché i dieci anni dell’amministrazione Vaccarezza sono usciti indenni dalle indagini di “Conti di Lavagna”? A rimbalzare la domanda è lo stesso raggruppamento dei partiti di centro sinistra, “Uniti per Lavagna”, che, in una lunga nota, dice che “la risposta per alcuni è forse difficile da digerire, perché significherebbe ammettere che i nostri dieci anni costituiscono una discontinuità nella storia amministrativa di Lavagna e che nulla è emerso a carico del sindaco Vaccarezza, perché i condizionamenti non ci sono stati”. La nota prosegue spiegando che “alla scadenza del contratto per raccolta della spazzatura e conferimento in discarica, assegnammo l’appalto ad una impresa diversa da quella Nucera, che lo deteneva. Per il rischio di forti penali, non siamo riusciti a liberare Lavagna dal contratto capestro che obbligava ad utilizzare la Madonna della Neve come centro di stoccaggio provvisorio, ma quel contratto scadeva a febbraio 2015 e a prolungarlo è stato la giunta Sanguineti”. Nulla c’entra con questa inchiesta, proseguono da “Uniti  per Lavagna”, il caso della dirigente che aveva intascato fondi comunali, dal quale, “il Comune non ha subito nessun danno, perché risarcito dall’istituto di credito affidatario del servizio di tesoreria”. Con il Comune commissariato per mafia, adesso, il gruppo propone “la creazione di tavoli civici o tavoli di comunità, per studiare i problemi e cercare soluzioni, promuovendo il dialogo con i commissari” che arriveranno a Palazzo Franzoni, perché il principio è: “Nessuno si salva da solo e nessuno, da solo, può salvare Lavagna”.