Valle Christi Festival: la musica del “Magnasco Quartet” dipinge l’Argentina

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È stato uno spettacolo molto piacevole quello andato ieri sera in scena nella magica cornice di Valle Christi a Rapallo.

Una performance in cui la musica e le relative emozioni sono state impresse, attraverso l’uso di una tavoletta grafica e di un proiettore, sugli affascinanti ruderi del monastero.

A tracciare le sensazioni suscitate nella sua anima dai musicisti è stato Mariano Chelo, pittore e scultore di fama internazionale.

“L’elettronica ti dà delle possibilità superiori – afferma l’artista di Bosa – come quella di dipingere una chiesa, rimanendo però un elemento virtuale, con tutti i suoi limiti. È comunque ugualmente affascinante confrontarsi con un materiale intangibile come la luce e proporne i suoi effetti. La musica è il filo che mi collega alla pittura, qualunque cosa che io crei mi arriva da essa, cerco di nutrirmi delle note e di trarre ispirazione da quello che proviene dal palco. Se la musica è brutta, io lavoro male!”

Con il “Magnasco Quartet” si è andati sul sicuro! La collaudatissima formazione capitanata da Alessandro Magnasco alle tastiere – accompagnato da Andrea Cardinale al violino, Gianluca Campi alla fisarmonica e Mauro Bonelli alla chitarra – ha regalato un viaggio ricco di sfaccettature delle varie anime del tango, attraverso la genialità compositiva di Astor Piazzolla.

“Abbiamo suonato le composizioni di un personaggio molto dibattuto nella storia musicale del Sud America – ci racconta Alessandro a fine concerto – con alle spalle un percorso di grande  conflittualità con il suo paese d’origine, pur essendo riconosciuto come il maggior talento della terra d’Argentina e una delle più importanti figure musicali del Novecento. Astor ha portato un cambiamento epocale in quella che era la religione del tango, togliendo da esso i ballerini e facendolo diventare una musica d’ascolto. Per questo motivo fu costretto per ben tre volte a lasciare Buenos Aires per rifugiarsi a New York.”

Il “Nuevo Tango” di Piazzolla, che mutuava molti elementi della musica jazz, ha avuto anche una parentesi italiana nel 1974 con l’uscita dell’album “Libertango”, dove ci fu l’apporto di due grandi musicisti come Pino Presti al basso e Tullio De Piscopo alla batteria.

Al centro della proposta del “Magnasco Quartet” ci sono state le “Quattro Stagioni di Buenos Aires” – Las Cuatro Estaciones Porteñas – e una serie di composizioni che hanno creato l’atmosfera tipica delle sconfinate terre del Sud America. Nel programma non potevano chiaramente mancare “Libertango” e “Por una cabeza”, di un altro grande del tango come Carlos Gardel, divenuta a tutti gli effetti uno standard riconosciuto ad ogni latitudine.

E proprio sulle note di queste due ultime composizioni, c’è chi giura di aver visto due ballerini muoversi sinuosi sulle arcate del monastero, per poi sparire tra la meravigliosa patina di stelle che ieri sera il cielo metteva in bella mostra!

Anche al visionario cronista è capitata una cosa simile! Durante i bis dedicati a Ennio Morricone, egli ha visto sulle mura del monastero il riavvolgersi di quella famosa “pellicola” – così la chiamava Totò rivolgendosi ad Alfredo nella cabina del “Cinema Paradiso” – del film premio oscar di Giuseppe Tornatore.

A Valle Christi, credetemi, può succedere di tutto!

 

Salvo Agosta

 

Prossimi appuntamenti:

Domenica 6 Agosto (stasera) “Kinky Soul Syndacate”, grande festa della “musica black” al femminile;

Martedì 8 Agosto “Blue Toy” – Andrea Pozza Trio, altro incontro imperdibile all’interno del Valle Christi Jazz.

 

Info e prenotazioni: www.vallechristi.it – omnia@omniaeventi.com oppure al numero 0185/042039 Lun/Ven 10 – 12.

 

 

Di seguito le interviste realizzate al maestro Alessandro Magnasco e all’artista Mariano Chelo: